David Cameron denuncia il blocco degli aiuti da parte di Israele in una lettera dalle parole forti
Con un rimprovero pubblico molto insolito, l’ex primo ministro britannico David Cameron ha accusato direttamente Israele di ostacolare deliberatamente le consegne di aiuti umanitari a Gaza. In una lettera indirizzata al presidente della commissione per gli affari esteri del parlamento britannico, Cameron ha rivolto aspre critiche a Tel Aviv per i problemi di accesso che ostacolano gli sforzi fondamentali di soccorso.
La comunicazione dai toni forti dell'ex Primo Ministro contraddice le affermazioni di un portavoce del governo israeliano secondo cui non esistono barriere artificiali. David Cameron cita i “smentiti arbitrari” e le “lunghe procedure di autorizzazione” come gli screening ridondanti come principali ostacoli. Nota che alcune forniture finanziate dal Regno Unito sono rimaste bloccate alle frontiere per quasi tre settimane in attesa di approvazione.
Un cambio di tono
Il tono della lettera di Cameron segna una svolta, contestando senza mezzi termini le affermazioni israeliane secondo cui i volumi dei camion degli aiuti hanno raggiunto livelli sufficienti. Egli nota una media giornaliera di appena 165, ben al di sotto dello standard prebellico di 500. David Cameron sostiene inoltre che le carenze di personale derivano dal calo di oltre 50 richieste di visto in sospeso da parte di Israele per lavoratori esperti.
In una rara esibizione pubblica, l’ex capo del governo sfida un alleato chiave di Israele a “riaprire i rubinetti” nel nord di Gaza, dove 300,000 attualmente mancano di acqua a causa delle restrizioni sull’importazione di carburante. L'intervento di Cameron suggerisce che sono aumentate le frustrazioni per ciò che considera un ostruzionismo, con le stesse richieste in sospeso da metà gennaio.