I commenti controversi di Ketanji Brown Jackson sul primo emendamento accendono il dibattito
Durante le discussioni orali davanti alla Corte Suprema questa settimana, il giudice Ketanji Brown Jackson ha fatto commenti sul rapporto tra il governo e il Primo Emendamento che hanno scatenato un dibattito significativo. Il caso in questione è incentrato su una causa intentata dal Missouri e dalla Louisiana che accusano gli alti funzionari dell’amministrazione Biden di collaborare con Big Tech per censurare determinate opinioni. Nel corso di due ore di discussioni, i giudici hanno discusso su quale sia il confine tra persuasione ammissibile e coercizione incostituzionale.
Il giudice Ketanji Brown Jackson ha adottato una visione non convenzionale, suggerendo che il Primo Emendamento “limita” la capacità del governo di proteggere i cittadini. Ha sostenuto che l’amministrazione ha il dovere di incoraggiare le piattaforme a rimuovere “informazioni dannose”, anche durante le emergenze. Tuttavia, altri lo hanno visto come una limitazione della libertà di espressione. Andrew Bailey, AG del Missouri, ha affermato che “l’intero scopo della Costituzione è proteggerci dal governo”. Anche il presidente della Corte Suprema John Roberts ha espresso preoccupazione per la definizione troppo ristretta dei poteri del governo.
I commenti di Jackson stimolano la discussione
Le osservazioni del giudice Ketanji Brown Jackson hanno suscitato un dibattito significativo sia all'interno della Corte che all'esterno. I giudici conservatori hanno espresso diffidenza nei confronti del governo federale che oltrepassa la propria autorità e esercita pressioni nascoste sulle società private. Ma alcuni giudici più liberali temono che una definizione restrittiva di questi poteri possa ostacolare la risposta a minacce come il terrorismo o la diffusione di epidemie online. Gli esperti legali hanno discusso su dove tracciare il limite per bilanciare le libertà civili e la sicurezza nazionale. La prospettiva di Jackson ha evidenziato le complesse questioni relative al rapporto tra nuove tecnologie, libertà di parola e controllo del governo.
Si prevede che la Corte Suprema emetta una sentenza su questo caso di alto profilo entro quest’estate. Tuttavia, i commenti del giudice Ketanji Brown Jackson hanno già avuto eco in tutta la comunità legale. Probabilmente continueranno i dibattiti su quanta autorità dovrebbe avere il governo per collaborare con enti privati sulle politiche dei contenuti e su cosa costituisca un uso appropriato del suo “pulpito prepotente”. La decisione finale potrebbe avere un impatto significativo sull’equilibrio tra il Primo Emendamento e la responsabilità dei governi nell’affrontare le sfide moderne.