Una mano d'oltremare: l'apertura del primo ospedale da campo britannico a Gaza
Le strutture mediche assediate di Gaza hanno faticato a far fronte agli immensi bisogni sanitari della popolazione. Con le risorse limitate e le condizioni in peggioramento, una nuova fonte di sostegno è emersa da oltreoceano. Il primo ospedale da campo britannico del territorio ha recentemente aperto i battenti. Promettendo di alleviare parte della pressione e di portare cure a chi ne ha bisogno.
Guidato da UK-Med, un’organizzazione no-profit che invia personale del servizio sanitario nazionale in tutto il mondo, l’ospedale da campo britannico è stato fondato vicino a Rafah, nel sud di Gaza. Il suo amministratore delegato David Wightwick ha notato la “scala sconcertante” dei requisiti medici, con servizi notevolmente ridotti. La struttura temporanea, costruita con forniture trasportate su camion. Mira a curare circa 250 pazienti al giorno per qualsiasi cosa, da malattie minori a lesioni gravi.
Un raggio di speranza in tempi difficili
Il feedback iniziale è stato positivo, con quasi 100 persone che già ricevono assistenza ogni giorno. Una squadra di chirurghi è di stanza anche nell’ospedale sovraffollato di Al Aqsa. L'unico centro medico funzionante di Gaza, dove i corridoi si riempiono di feriti. Per Anas, 12 anni, e altre persone vittime di violenza, l’ospedale da campo britannico offre una possibilità di recupero attraverso cure specialistiche da parte di volontari come il chirurgo ortopedico Saba Papuashvili.
Sebbene le sfide permangano, dalla ricerca di personale locale all’affidamento ai dati mobili, l’ospedale da campo britannico ha fatto passi da gigante nel colmare le lacune critiche. Mentre la rete sanitaria di Gaza si trova ad affrontare anni di conflitto, disastri naturali e una pandemia, un sostegno esterno come questo assume grande significato. Per coloro che combattono malattie o infortuni, la sua presenza porta la speranza tanto necessaria.