I giganti del ridesharing fermano le operazioni a Minneapolis a causa della nuova legge sul salario minimo
Lyft e Uber, due delle più grandi società di ridesharing, hanno annunciato che cesseranno le operazioni a Minneapolis a partire dal 1° maggio. Questa misura drastica arriva in risposta alla recente decisione del consiglio comunale di approvare una nuova legge sul salario minimo per gli autisti che lavorano con le piattaforme di trasporto. L'ordinanza stabilisce una tariffa oraria minima di 15.57 dollari, corrispondente al salario minimo generale della città.
Sia Lyft che Uber si sono fortemente opposti alla legge sul salario minimo, sostenendo che non tiene conto dei costi legati all’attività commerciale e li costringerebbe ad aumentare significativamente i prezzi per i passeggeri. Uno studio commissionato dal sindaco ha rilevato che gli autisti dovrebbero essere pagati circa 0.89 dollari al miglio e 0.49 dollari al minuto per guadagnare il salario minimo in base alle spese. Tuttavia, il consiglio comunale ha votato per annullare il veto del sindaco, ignorando questa analisi.
Cosa significa questo per conducenti e ciclisti?
Con il ritiro di Lyft e Uber, non è chiaro cosa significherà per le migliaia di conducenti che si affidano alle piattaforme per guadagnare. Ci sono anche preoccupazioni sull’accesso a trasporti a prezzi accessibili per i ciclisti in tutta Minneapolis. Il sindaco esorta il consiglio comunale a trovare un compromesso e ad impegnarsi in ulteriori discussioni utilizzando dati e analisi prima della scadenza del 1° maggio.
Questo dibattito in corso evidenzia le sfide che sono emerse in molte città tra coloro che sostengono una migliore retribuzione e tutela del lavoro per i lavoratori dei concerti e le aziende che cercano di mantenere la classificazione degli autisti come appaltatori. Solo il tempo dirà se Minneapolis potrà mediare un accordo per mantenere disponibile il ridesharing affrontando al tempo stesso le preoccupazioni relative al salario minimo degli autisti.