La lunga lotta per la libertà: un anno di prigionia di Evan Gershkovich in Russia
Il 29 marzo è trascorso un anno da quando il giornalista americano Evan Gershkovich è stato arrestato dalle autorità russe. Il giornalista del Wall Street Journal è stato arrestato a Ekaterinburg mentre conduceva un reportage nel paese. Da allora è detenuto nella famigerata prigione Lefortovo di Mosca in attesa di processo e affronta accuse vaghe. La sua incarcerazione è stata condannata dai sostenitori della libertà di stampa e dalle organizzazioni per i diritti umani in tutto il mondo.
Nell'anniversario della detenzione di Evan Gershkovich, il Wall Street Journal ha commemorato la giornata con una campagna sui social media e una prima pagina stampata dedicata a sensibilizzare la sua situazione. La redattrice Emma Tucker ha parlato. Sottolineando l'importanza di mantenere alta l'attenzione internazionale sul caso fino al rilascio del giornalista. Il giornale ha sostenuto incessantemente la causa del loro collega durante il suo anno dietro le sbarre.
Un anno di giornalismo rubato
In occasione dell'anniversario, la prima pagina del Journal presentava un ampio spazio vuoto. Rappresenta l'impatto dell'assenza e dell'incarcerazione di Evan Gershkovich sulla perdita dei suoi reportage dalla Russia. “Un anno di prigione russa. Un anno di storie rubate, gioie rubate, ricordi rubati. Il crimine: giornalismo”, si legge nel testo sopra lo spazio. L'installazione rappresentava con forza il prezzo che la repressione delle autorità impone alla libera stampa.
Mentre il futuro rimane incerto, Tucker ha espresso la speranza che, con gli sforzi continui e i riflettori portati dal Journal e dai difensori della libertà di stampa, i prossimi 12 mesi possano vedere il rilascio di Evan Gershkovich. Mentre uno dei giornali più importanti al mondo lotta per uno dei propri, il caso sottolinea l’importanza vitale di proteggere e difendere i giornalisti di tutto il mondo.