Nikon sviluppa una fotocamera rivoluzionaria per l'esplorazione della Luna
Il leggendario marchio di fotocamere Nikon è stato scelto dalla NASA per sviluppare una nuova fotocamera rivoluzionaria per l'esplorazione della Luna. Soprannominato Handheld Universal Lunar Camera o HULC, questo sistema mirrorless è stato progettato specificamente per la fotografia della superficie lunare durante le missioni Artemis della NASA che riporteranno gli esseri umani sulla Luna nei prossimi anni.
Le condizioni estreme sulla superficie lunare rappresentano sfide uniche per le attrezzature fotografiche. Le temperature oscillano selvaggiamente tra il caldo torrido e il freddo gelido, mentre i livelli di radiazione sono molto più alti che sulla Terra. Per risolvere questo problema, Nikon sta utilizzando la sua comprovata tecnologia mirrorless full-frame come nucleo dell’HULC insieme a obiettivi specializzati. Protezioni aggiuntive come coperte termiche e componenti modificati gli consentiranno di resistere all'ambiente difficile.
Una fotocamera su misura per la Luna
Con un'impugnatura personalizzata e una disposizione dei pulsanti per facilitare il funzionamento mentre si indossano tute spaziali pressurizzate, l'HULC offrirà agli astronauti uno strumento fotografico senza precedenti. La rinomata qualità delle immagini e le funzionalità video di Nikon vengono adattate per l'uso lunare, basandosi sulla storia dell'azienda di fornire fotocamere a ogni missione con equipaggio della NASA a partire dall'Apollo 15. Laddove gli astronauti precedenti dovevano utilizzare dispositivi fissi e video separati, l'HULC combinerà entrambi in un unico sistema. sistema unico.
La prossima volta che gli esseri umani cammineranno sulla superficie lunare come parte di Artemis III, saranno aiutati dal pionieristico Nikon HULC. Questa fotocamera specializzata promette di restituire nuove viste mozzafiato dalla Luna e di aiutare a documentare importanti osservazioni scientifiche. Progettando una soluzione mirrorless per condizioni estreme, Nikon sta spingendo i confini della fotografia nello spazio più lontano che mai.